TRE ANNI FA CI LASCIAVA ROGELIO GUERRA, IL BEL LUIS ANTONIO
Tre anni fa, il 28 febbraio del 2018, ci lasciava il bel Luis Antonio di "Anche i ricchi piangono" dopo una lunga battaglia che lo portò sfinito al termine dei suoi giorni. Nel 2015 ebbe un'emorragia cerebrale che lo tenne ricoverato in uno stato vegetativo per quasi un anno e mezzo. Rogelio non riusciva più a parlare, a stare in piedi, a camminare. Era segnato da danni cerebrali irreversibili e non migliorava nè con le cure nè con le terapie. Per molto tempo infatti il suo cervello non si sgonfiava e i medici quindi non potevano vedere i danni lasciati dall'ictus.
Quando riuscirono ad analizzarlo meglio, i medici confermarono ai figli l'esito negativo: Rogelio non sarebbe mai più tornato come prima. E così fino alla fine dei suoi giorni - si spense nel febbraio del 2018 - Rogelio alternava giorni in cui metteva a fuoco e comprendeva, ad altri in cui era completamente perso.
"Non meritava di soffrire così, negli ultimi anni non poteva nè parlare, nè comunicare. Era imprigionato in un corpo che gli era nemico" dichiarò Veronica Castro. Ma l'impedimento non fermò l'attrice che appunto cominciò a tenersi in contatto quotidianamente con la moglie di Rogelio. Nel giugno del 2017 invece Veronica fece un appello in tv per chiedere aiuto al pubblico e ai colleghi, la famiglia di Rogelio non riusciva più a sostenere le spese mediche per la cura dell'uomo. "Rogelio necessita di supporto medico, finanziario, fisico e morale. Dobbiamo stargli vicino, è la giusta ricompensa per tutte le emozioni che ci ha regalato in tanti anni di carriera" disse la Castro. La moglie in effetti era disperata e tempo dopo affermò che Veronica insieme ad altri colleghi formò un gruppo che mensilmente offriva supporto economico per ogni spesa.
Vogliamo ricordarlo così, con le parole di Veronica:
"Non troverò mai un altro partner come lui. Lo amo, lo amo con tutto il mio cuore, con tutto il mio amore. Siamo stati amici intimi, non ci siamo mai persi di vista in tutti questi anni e ringrazio la vita per avermelo fatto conoscere. Lo chiamavo "il mio Roger, Roger Moore". Sapeva di essere bello, lo sapevamo tutti. Era bello, un uomo interessante e affascinante. Metteva sempre un profumo forte ed era sempre civettuolo, marpione... sapeva che avevo un debole per lui! Mi dispiace molto per il suo destino, ha vissuto male gli ultimi anni della sua vita. Sempre a letto. Saperlo così mi rendeva molto triste e mi dispiaceva anche per la sua famiglia. Forse è meglio così... stava soffrendo troppo. Sia benedetto dove riposa".
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