LE SCALE NELLE TELENOVELAS: L'ELEMENTO SCENOGRAFICO CHE NON PUO' MAI MANCARE
a cura di Federico M.
C’è un elemento scenografico ricorrente nelle telenovelas che incornicia molte scene valorizzandole. Quasi sempre inserito all’interno di contesti sfarzosi, di ville eleganti e trasbordanti di oggetti raffinati e d’arte. Stiamo parlando delle scale.
Avrete notato che quasi tutte le case dei protagonisti (facoltosi) delle amate telenovelas sono disposte su due piani e per accedere a quello superiore bisogna salire da scale sontuose che occupano a pieno titolo la scena, anzi spesso diventano protagoniste loro stesse degli eventi narrati nelle storie?
Su molte scale, infatti, sono state girate tra le scene più emozionanti e ricche di colpi di scena.
Dalla scala di Anche i ricchi piangono sulla quale Mariana, nonostante la sua proverbiale insolenza, fuggiva imbarazzata dinanzi alle insistenti avances dello scapestrato Luis Antonio, a quella della villa di Constitutiòn Mendez in Señora.
E ancora le scale, con tanto di ponticello, della villa dei Guzman in Marilena, scala dalla quale Alessandro punta l’arma contro il figlio Chicco quando questi, disperato per le condizioni di salute di Cristina, la donna che si era preso cura di lui, si intrufola in casa per rubare o dalla quale la perfida e gelosissima Serena getta la povera Sabrina.
O ancora la scala della villa dei Lombardo, in quel di Acapulco, di Cuore di Pietra, in cima dalla quale Alessandro/Andres Garcia sparerà al fratello Max interpretato da Salvador Pineda, ammazzandolo e mettendo fine ai suoi misfatti e alla sua atavica invidia.
E come dimenticare la maestosissima scala della villa dei Linares dalla quale la perfidissima Dorina di Rosa Selvaggia getterà la sorella Candida facendole così perdere il figlio che portava in grembo e conducendola in questo modo a uno stato di profonda confusione mentale. E poi la scena madre per eccellenza di ogni serie: la caduta di Sue Ellen in Dallas.
E voi, qual è la scala che ricordate meglio e quale scena l’ha vista “protagonista”?
Articolo a cura di Federico M.
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